Montefalco - Colli Martani - Spoleto
- Tutte
- |Montefalco - Colli Martani - Spoleto
Visitare la zona
Montefalco
Montefalco – il cui nome è un omaggio a Federico II – è per definizione la Ringhiera dell’Umbria. La sua cinta muraria, fatta di mattoni e di pietre d’origine lacustre, è documentata già dal 1216.
Ma Montefalco è soprattutto Sagrantino. La sua presenza si percepisce ovunque: la parte più antica, il quartiere di Porta Camiano, presenta infatti un affascinante itinerario per scoprire i vitigni storici, mentre all’interno dell’orto del Convento di Santa Chiara si trova l’esemplare di vite più antico.
La visita continua nella chiesa-museo di San Francesco, dove sono visibili gli affreschi di Benozzo Gozzoli raffiguranti le Storie della vita di San Francesco, una Natività del Perugino e gli affreschi di Scuola umbra del 1400. La Chiesa di Sant’Illuminata (XVI sec.), è invece impreziosita dagli affreschi di Francesco Melanzio.
Da non perdere la costruzione dedicata a Santa Chiara da Montefalco: nel Santuario si trovano le reliquie della santa e la Cappella di Santa Croce, decorata nel 1333 con opere di Scuola umbra di eccezionale valore. Sulla piazza principale si affacciano il Palazzo del Comune, l’ex Chiesa di San Filippo Neri – oggi teatro – l’Oratorio di Santa Maria e residenze signorili del XVI secolo.
Oltre al vino, da assaggiare sono l’olio, il risotto alla montefalchese e la selvaggina; è possibile anche ammirare i famosi tessuti di Montefalco, ispirati ai disegni della tradizione.
Massa Martana
Nella cornice dei Monti Martani si trova Massa Martana, un incantevole borgo medievale tornato all’antico splendore grazie all’opera di restauro seguita al terremoto del 1997. Il borgo conserva ancora le mura castellane, oltre a interessanti edifici civili e religiosi. Alla splendida Chiesa di San Felice si oppone il palazzo dove soggiornarono Giuseppe e Anita Garibaldi nel 1849, seguito dalla Chiesa di San Sebastiano, dal Palazzo comunale del 1500 e da un’elegante torre campanaria. Fuori dal centro è possibile visitare quelle che sono considerate le chiese più belle del borgo: l’Abbazia di San Fidenzio e Terenzio, eretta dai monaci benedettini alla fine del Trecento – dalla facciata duecentesca a filoni bianchi e rossi – e la suggestiva Chiesa di Santa Illuminata dell’XI secolo, con il contiguo monastero; da annoverare è anche la Chiesa di Santa Maria in Pantano (VII-VIII sec) dalla facciata che pende in avanti, che conserva urne cinerarie, iscrizioni e frammenti romani. Degne di nota sono anche l’Abbazia di San Faustino, eretta sui ruderi di un’antica villa romana; la Chiesa di Santa Maria delle Grazie con facciata rettangolare e campanile a vela; l’abbazia romanica del 1150 e la Chiesetta di San Giovanni, all’interno del castello del 1380. Colpetrazzo e Montignano sono altri due castelli della zona, mentre il convento seicentesco San Pietro sopra le Acque, con affreschi e decorazioni tardo rinascimentali e barocche, è oggi una residenza d’epoca per quei visitatori in cerca del sereno ristoro che solo un tale paesaggio può dare. Rinomata per la produzione dell’olio extravergine di oliva, Massa Martana offre molto da gustare: vini DOC Colli Martani, salsicce, prosciutti, porchetta, tartufi, funghi, asparagi e le acque oligominerali Sanfaustino. Per gli amanti delle leccornie c’è la nociata, l’unico torrone umbro fatto con noci, miele, albumi d’uovo, bucce d’arancia che viene avvolto in foglie d’alloro.
Spoleto
Sviluppato sul Colle di Sant’Elia, Spoleto conserva vestigia storiche romane e longobarde, ponendosi al contempo come centro turistico internazionale grazie al ben noto Festival dei Due Mondi, manifestazione artistica e culturale che si svolge ogni anno dal 1958.
Numerose sono le evidenze del suo passato di colonia romana: l’Arco di Druso, posto a ridosso del tempio romano e della Chiesa di Sant’Ansano, che costituiva l’accesso monumentale al foro per chi giungeva dalla via Flaminia; la casa romana, posta in parte sotto la piazza del municipio e in parte sotto il palazzo comunale, ricca di affreschi, stucchi e pavimenti musivi; il Ponte Sanguinario, forse voluto da Augusto, sul quale sembra che sia stato decapitato San Ponziano, patrono di Spoleto, la cui testa mozzata avrebbe raggiunto, in soli tre balzi, il punto in cui sarebbe sorta la chiesa a lui dedicata; il Complesso monumentale dell’Anfiteatro che, pur essendo stato utilizzato come stazione militare per più di un secolo, accoglie un magnifico anfiteatro, tre grandi chiostri, giardini, cortili e due ex monasteri.
Ma il monumento più caratteristico è senza dubbio il Ponte delle Torri, ponte ad arco derivato dall’acquedotto romano che scavalca il torrente Tessino, capace di suggestionare viaggiatori famosi come Goethe. A onor del vero l’aspetto attuale del Ponte delle Torri è frutto di rifacimenti trecenteschi voluti dal Cardinale Egidio Albornoz, che intraprese una serie di iniziative edilizie affidandole all’architetto Matteo Giovannelli detto il Gattapone. È sua la firma sulla Rocca Albornoziana, solida fortezza e elegante residenza facente parte del complesso sistema di fortificazioni volute da Papa Innocenzo VI in vista del ritorno della sede pontificia a Roma dopo i settant’anni della permanenza avignonese. La Rocca, oggi sede del Museo del Ducato di Spoleto, serba una stupenda Camera Pinta, con un ciclo di affreschi ispirati all’amor cortese: vi soggiornarono nomi illustri, tra cui Lucrezia Borgia. Una leggenda narra che i molti amanti della governatrice accedessero alla fortezza attraverso un cunicolo che si dipartiva dall’ipogeo Ponte Sanguinario.
Tra gli edifici sacri spicca senza dubbio il duomo, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, splendido gioiello dalle origini molto antiche: consacrato nel 1198 da Papa Innocenzo III, fu rimaneggiato nel corso dei secoli e conserva ancora lo straordinario ciclo di affreschi sulla vita della Vergine dipinti da Filippo Lippi, sepolto proprio nel duomo, nonché una lettera autografa di San Francesco d’Assisi a Frate Leone. Del complesso fanno parte anche la romanica Basilica di Sant’Eufemia e il Museo Diocesano.
I duchi longobardi hanno invece lasciato la Chiesa di San Salvatore, posta all’interno del cimitero monumentale di Spoleto e ispirata alla rinascita classicheggiante di quegli anni: iscritta alla lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, fa parte del circuito Longobardi in Italia: i luoghi del potere, assieme ad altri siti sparsi in tutta la Penisola.
Infine, protetti dal Bosco sacro di Monteluco, lecceta secolare attraversata da numerosi sentieri escursionistici, si incontrano diversi eremi fondati dal movimento avviato da Sant’Isacco di Monteluco attorno al 528; sulla sommità sorge invece un santuario francescano del XII secolo. Come dare torto a Herman Hesse quando scriveva: «Spoleto è la scoperta più bella che ho fatto in Italia: c’è una tale ricchezza di bellezze pressoché sconosciute, di monti, di valli, foreste di querce, conventi, cascate!»